Le fontane storiche nel contesto urbano; loro simbologia architettonica e sociale

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Arch. Giovanni Moroni

Buona sera a tutti.

Con me facciamo un passeggiata nella storia e nell’arte nei vari secoli.

Il perché delle fontane, a che cosa servivano, quale era il loro valore socio economico e perché erano collocate o messe in alcuni punti della città? Questo è successo in maniera particolare un po’…, per alcuni monumenti che adesso sono andati perduti, ma in maniera particolare parliamo di fontane.

Considerate che l’uomo da sempre ha avuto la necessità di avere un rapporto molto stretto tra uomo e acqua, quindi l’uomo non ha mai potuto fare a meno di questo elemento acqua e il suo problema di trasporto, di conservazione, di utilizzazione, di reperimento è sempre stato vivo dall’albore dei tempi o comunque dalla presenza dell’uomo.

Tutto questo l’uomo poi lo ha legato a quello che è il suo utilizzo e il suo stesso pensiero, il suo pensiero filosofico, storico, sociale.

Quindi ha legato l’utilizzazione di questo grosso elemento alla sua stessa esistenza.

Che cosa possiamo vedere e verificare oggi che c’è stato lasciato fortunatamente dai nostri predecessori? Considerate che da sempre l’uomo ha avuto la necessità di raccogliere, da sempre l’uomo ha avuto l’esigenza di dimostrare quel è il suo potere socio economico attraverso questo elemento.

Quindi assistiamo che nel periodo ellenistico noi abbiamo due grossi elementi che vengono adoperati per le fontane e oggi abbiamo purtroppo di questi due elementi soltanto alcune sculture o comunque alcuni elementi che venivano collocati in maniera scenografica all’interno di queste fontane che è Nike di Samotracia e la Tiche di Antioca.

Voi sapete, chi ha avuto la fortuna e la capacità di verificare queste sculture sa che queste sculture facevano parte di un effetto scenico, di un elemento scenico abbastanza complesso ma che erano state collocate… Questi elementi, queste sculture e questi elementi scenici erano stati posizionati in alcune fontane o comunque degli elementi che comunque avevano una importanza civile all’interno dell’urbis, quindi erano degli elementi estremamente importanti sia sotto il profilo sociale di vita sociale, sia sotto l’idea del potere che potevano avere o comunque che quella società aveva in quel momento all’interno del contesto che la circondava.

Alcuni interventi che noi abbiamo su Roma, passando poi velocemente perché non abbiamo più molto tempo, dal periodo ellenistico andiamo al periodo romano, in maniera particolare però andiamo nel periodo dei Augusto e dei Flavi, questa è una vecchia fotografia della Fontana di Orfeo che è del periodo di Augusto.

Negli interventi promossi a Roma prima da Augusto e poi dai Flavi, troviamo i primi esempi di fontane che vengono come concepite come architetture monumentali a se stanti, gli imponenti interventi promossi da Augusto e da Agrippa sulle infrastrutture idriche della Capitale dell’Impero Romano, vengono a rappresentarsi e a svilupparsi su di un nuovo aspetto di funzione simboliche, come fontane monumentali concepite come elemento necessario nel paesaggio urbano, trovando collocazione in punti di raccordo e di snodo del traffico cittadino e della stessa vita quotidiana dell’Urbe.

Quindi la fontana in questo periodo e nel periodo di Augusto e poi lo dirà la mia collega, quando vengono creati i famosi acquedotti romani, le fontane vengono concepite come elemento aggregante della stessa urbe.

Quindi l’attività sociale, l’attività civica veniva a svilupparsi intorno alle stesse fontane.

Il semplice attingere all’acqua era un elemento importante per la stessa vita della città.

L’accento viene posto su due importanti costruzioni, una che è la fontana di Orfeo del periodo di Augusto, ma soprattutto alla Midas Sudans Augustea della quale viene ampiamente richiamata la ricchezza delle implicazioni che vanno dalla sua stessa posizione a forma evocando temi legati alla propaganda imperiale, nel senso che la stessa fontana in questo periodo serve per dimostrare quel è l’importanza dell’Imperatore che ha dato modo della stessa costruzione.

Quindi diventa un elemento raffigurante la vita politica e il potere politico che aveva l’Imperatore.

Nell’età Augustea, così come nei periodi successivi, questi elementi architettonici vengono individuati come momento centrale di affermazione della potenza imperiale fondata sulla abbondanza idrica urbana che posizionata nel cuore della città divengono il simbolo della bontà dell’Impero Romano, del potere politico, del benessere sociale e dello stesso status sociale, quindi l’acqua, fontana diventa elemento di benessere.

In questo stesso periodo imperiale si mettono in evidenza anche le sperimentazioni di fontane all’interno delle stesse ville private e delle residenze imperiali, credo che qui sia una vastissima conoscenza di quelle che poi noi abbiamo avuto modo di ritrovare anche nella stessa Pompei, quale era l’importanza dell’interno delle case della stessa fontana.

Va ricordato il Colosso Ninfeo eretto da Nerone alla basta della terrazza del Glaudorum all’interno della Domus Aurea, credo che la fontana o comunque l’elemento ninfeo più importante che noi adesso rivediamo soltanto in una piccola parte, è lo stesso Ninfeo che Nerone fece costruire nella sua piccola villa dove adesso abbiamo il Colosseo che ha preso il posto del suo laghetto e il Ninfeo che è ancora parzialmente…, è meno conosciuto, però capite bene quale elemento era per lo stesso Imperatore.

Quindi la sua supremazia doveva essere affermata e doveva essere dimostrata all’interno dell’impero e quindi anche delle colonie, delle stesse colonie imperiali che Roma era il centro del mondo, era il potere attraverso l’abbondanza dell’acqua, attraverso l’abbondanza degli acquedotti, attraverso la abbondanza delle sue fontane più o meno costruite in maniera scenica, ma quale era la forza di questo Impero.

Questi elementi architettonici definiti come fontane nelle più lontane province dell’impero risultano non più monumentali, ma la risultanza le scelte effettuate all’interno della comunità civica, lontano quindi da condizionamenti e direttive del potere imperiale, ma solo destinate dai fenomeni sociali, culturali, economici locali, cioè quello che a noi è arrivato oggi, la monumentalità della fontana la ritroviamo laddove l’Impero era presente in maniera viva e era accentrato; là invece dove le colonie erano poste lontano dalla madre patria lo stesso concetto di fontana, lo stesso concetto di ricchezza dell’acqua veniva adoperato in maniera molto ridotta ma solo a livello sociale.

Quindi aveva un utilizzo non di affermazione, ma di utilizzo alla stessa vita della città.

Che cosa succede nei secoli futuri? Durante le guerre globali del sesto secolo, i pochi acquedotti che erano stati abbandonati all’incuria, vennero tagliati sia dagli Ostrogoti di Vertigine che dallo stesso difensore di Roma Bellisario, lo stesso Bellisario taglia gli acquedotti, quindi non era un fatto casuale.

Le fontane vennero private dell’alimentazione degli acquedotti, perdono così l’interesse sociale e ritornano invece al solo uso privato, quindi si ritorna all’uso privato delle stesse fonti e si ritorna all’uso privato dei pozzi vicino alle costruzioni più importanti.

Quindi si perde l’elemento fontana, si arriva a valorizzare la fonte in maniera diretta e vengono riprese, perché nel periodo pre romano ancora avevamo presenza di pozzi; in questo periodo ritornano i famosi pozzi di approvvigionamento dell’acqua.

L’unico acquedotto funzionante che era rimasto a Roma e decadente è quello dell’Acqua Virgo ma sebbene rare nel tardo medioevo, abbiamo anche alcune fontane importanti frutto di una nuova ingegneria idraulica applicata all’architettura, qui ritorna, rinasce l’esigenza di dimostrare qualcosa e a chi lo dobbiamo questo rinascere e questo riaffermare? In questo periodo i Papi tornano a occuparsi degli acquedotti, delle terme e delle fontane con risultanze di gran pregio sia artistico che utilitaristico.

Necessariamente va ricordata, noi conosciamo tutti attualmente come è Fontana di Trevi, ma Fontana di Trevi nasce nel 1410 al terminale dell’Acqua Virgo che era posto nel lato orientale del Quirinale nel famoso trivio di Roma, quindi al centro di questo incrocio viene realizzata una fontana con tre bocce che riversano acqua in tre distinte vasche.

Nel 1410 abbiamo la prima documentazione grafica della Fontana di Trevi.

Nel 1453 Papa Nicolò Quinto sostituisce le tre vasche con una unica vasca che è quella che noi andiamo oggi tutti quanti a vedere e dove i nostri turisti gettano la famosa medaglia.

Quindi vedete, da un periodo di utilizzo in maniera abbastanza umile del concetto dell’acqua del periodo medioevale, nel tardo medioevo incomincia, avendo sistemato anche il potere papale, il potere civico all’interno di alcuni territori, incomincia a riessere valorizzata e a diventare elemento di arredo della città la famosa fontana.

Dello stesso periodo tardo medioevale va ricordata la Fontana di Santa Maria in Trastevere che altro non è che il rifacimento di una precedente fontana romana e la stessa fontana di destra che attualmente noi abbiamo a destra guardando la basilica di Pietro è di questo periodo ed è l’unica fontana che è alimentata dall’Acquedotto di Traiano.

Quindi vedete come ritorna a essere importante il concetto di fontana.

Arriviamo così alle fontane rinascimentali e barocche che si inseriscono in un ampio quadro di rinnovamento urbanistico che utilizza la sua collocazione al fine di spezzare un filo monotono di palazzi, quindi diventa elemento scenico, diventa un elemento di riduzione di alcuni spazi nelle stesse piazze e diventa un elemento artistico vero e proprio.

I nobili, i Papi e le Curie richiedono in questo periodo fontane per i loro stessi palazzi, per i loro stessi giardini inducendo così gli architetti di questo periodo a sviluppare nuove conoscenze tecniche idrauliche, fondendo insieme l’aspetto scientifico e quello artistico, quindi scienza e arte incominciano a fondersi in maniera fattiva.

Di questo periodo vanno ricordate di Giacomo della Porta e qui ci riallacciamo al discorso della Fontana di Castel Gandolfo, perché Giacomo Della Porta progetta fontane il cui modello di progettazione è pressoché identico a quello che noi ritroviamo a Castel Gandolfo.

Quindi Della Porta che è l’iniziatore del periodo rinascimentale a sviluppare questo concetto di fontana come elemento di arredo e come elemento di approvvigionamento, crea un modello stilistico che noi tranquillamente possiamo rivedere in tutti i suoi aspetti, nella fontana di Castel Gandolfo.

In questo periodo abbiamo lo stesso Taddeo Landini con la fontana delle Tartarughe che è la parte…, la Fontana del Moro, scusate, questa è la Fontana del Moro, guardate l’elemento architettonico della base della fontana del Moro che già abbiamo visto anche con l’Architetto Petrucci, guardate l’elemento della vasca; l’elemento della vasca qui lo vediamo perché è pulito, è corretto, questo elemento di vasca lo ritroviamo nella fontana berniniana che abbiamo a Castel Gandolfo, quindi guardate quanti elementi architettonici sono molto, molto simili.

Nel XVIII secolo, quindi nella Roma Barocca, nella Roma Barocca abbiamo l’esplosione delle fontane, quindi il massimo dell’esplosione delle fontane, questo sempre tardo Medioevo, inizio del periodo rinascimentale, quindi con Taddeo Landini abbiamo questa bellissima fontana che è posta nell’ex ghetto degli Ebrei, detta la Fontana delle Tartarughe molto bella che, oltre a arricchire l’elemento della piazza e l’elemento scenico dell’intero quartiere, guardate alcuni elementi di finitura che sono veramente dei capolavori, però servivano a risolvere il problema dell’acqua all’interno di questo stesso rione o quartiere.

Quindi era un elemento di esigenza che è diventato un elemento di valorizzazione artistico all’interno di questa Roma che ancora noi possiamo godere.

Nel periodo barocco noi abbiamo due geni dell’Architettura che erano Francesco Borromini e  Gian Lorenzo Bernini.

Sapete che tra i due c’era una accesissima rivalità, quindi c’era una rivalità enorme e sono loro che hanno dato il maggiore contributo a quella Roma che noi oggi ammiriamo all’interno di questo bellissimo centro storico.

La rivalità e le diversità di carattere dei due architetti con la stessa diversità di concezione artistica determinarono una rottura del concetto di fontana che è andato a tutto vantaggio delle opere che loro hanno realizzato.

Una delle massime espressioni dell’opera berniniana è la sistemazione di Piazza Navona, una delle più belle e celebri Piazze di Roma.

Vedete, il concetto di fontana, guardate gli elementi plastici che l’artista inserisce all’interno di questa fontana e se considerate la collocazione di questa stessa fontana, posta al centro dell’ex  stadio di Domiziano che serviva per la corsa delle famose bighe, quale valorizzazione l’artista abbia dato con questa fontana.

Quindi la fontana realizzata al centro di piazza Navona nel 1651, la così detta Fontana dei Mori che era del periodo Domiziano.

Qualcuno ci dice che i famosi Nilo, Gange, Danubio che sono gli elementi rappresentati da questi elementi scultorei, diano dei messaggi di rivalità o dei messaggi scenici che avevano i due artisti contemporanei di quel periodo.

Entrambi questi architetti a servizio della nobiltà di questo periodo, fondarono scuole e maestranze per i vari lavori di sistemazione a cui venivano chiamati.

In realtà i due artisti a cui noi attribuiamo tantissime cose, a volte non erano diretti in maniera specifica dai due artisti, ma sono stati realizzate dalle loro scuole perché in realtà fondarono delle scuole di scalpellini, di disegnatori, di architetti che eseguivano i loro lavori.

Per cui si dice di scuola o di periodo berniniano, magari hanno i canoni che i due fondatori hanno dato alle loro scuole, ma in maniera materiale non sono state eseguite da loro.

Ai fini di chiudere l’excursus storico delle fontane, va ricordato che i grandi eventi storici che hanno caratterizzato la fine del XVIII e tutto il XIX secolo, furono favorevoli alla realizzazione di opere non più come approvvigionamento idrico, ma sono legate perlopiù alla sistemazione di piazze adibite a luoghi di incontro e destinati poi alla vita cittadina.

Qui vediamo che la fontana di Oscuri che è stata posta a Piazza del Quirinale, non è servita a approvvigionare l’acqua, ma in realtà è servita solo a sistemare lo spazio antistante il Palazzo Pontificio.

Non dimentichiamo che qui il Papa veniva in vacanza nei periodi estivi perché la Roma bassa emanava d’estate degli odori piuttosto spiacevoli.

Per cui il Colle del Quirinale era il momento della vacanza dei Papi.

Dello stesso periodo ma quindi soltanto come valorizzazione, abbiamo anche a Piazza del Popolo i gruppi statuari che sono stati fatti dallo stesso, se noi vediamo Piazza del Popolo vedete le fontane hanno solo funzione scenica, quindi hanno funzione soltanto di sistemazione di spazi cittadini; pure avendo la presenza di acqua, non venivano più adoperate per quello scopo.

Che cosa succede nei secoli successivi? Che questo concetto di sistemazione di spazi, questo concetto scenico è venuto sempre meno, perché è venuto sempre meno? Questa è la fontana del Nettuno a Piazza Navona, guardate l’effetto scenico che crea all’interno della piazza, capite quale bellezza e quale effetto si ha all’interno di questo elemento architettonico della piazza, però la funzione era solo scenica, quindi aveva perso il periodo e l’utilizzo della fontana e quindi ha soltanto questo valore artistico e di arredo dell’urbe.

Nei secoli successivi però l’uomo ha in qualche modo voluto risolvere il suo famoso connubio acqua – uomo anche attraverso alcune comodità.

Quindi ha voluto creare all’interno delle città in maniera molto capillare l’utilizzo della stessa acqua, quindi la fontana ha perso quello che era il momento di nascita, la sua importanza.

Le uniche fontane dell’immediato secolo scorso, le uniche fontane che noi abbiamo e che oggi sono bellissime, sono le fontane solo a livello scenico, questa è la fontana del Palazzo di Giustizia del Palazzaccio, quindi guardate quale effetto scenico diano queste fontane poste al di sotto di questo palazzo.

Questa importanza scenica è stata mantenuta solo per valorizzare quello che c’era dietro, non è servito a valorizzare la fontana in maniera singola, ma è servito soltanto come elemento a valorizzare l’insieme, quindi a valorizzare l’insieme della zona che era oggetto di intervento ma solo sotto il profilo scenico, perché nessuno mai è andato a fare approvvigionamento di acqua all’interno di queste fontane.

Questo concetto di utilizzo delle fontane è venuto sempre, sempre, sempre meno fino addirittura a scomparire se non in maniera…, i famosi “Nasoni” che Roma ha che sono le famose fontanelle che hanno più o meno il senso artistico o l’elemento artistico da valorizzare.

Quindi che cosa vogliamo dire? Vogliamo dire che gli elementi architettonici che noi volgarmente chiamiamo “fontane” in realtà sono dei monumenti che non possono essere annullati all’interno di uno spazio o di una città, perché sono l’elemento inglobato in maniera totale all’interno della stessa città.

Quindi il conservare la città significa conservare anche la semplice fontana.

Ho finito, grazie.

 

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